Definizione muscolare automatica e uno stile di vita "forzato" che aiuta concretamente a effettuare un cambiamento duraturo in 7 giorni delle tue abitudini in generale che ti hanno portato a sottovalutare il tuo stato fisico e di salute. Io ho coniato termini come "HAPPY DIETOLOGY" con I 10 COMANDAMENTI" "DEFINIZIONE MUSCOLARE AUTOMATICA " per diventare il maggiore esperto in questo settore specifico delle persone che hanno la volonta di perdere peso localizzato, in felicita e con il sorriso
lunedì 11 ottobre 2010
DEFINIZIONE MUSCOLARE : L IMPORTANZA DELLE REGOLE
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domenica 10 ottobre 2010
DEFINIZIONE MUSCOLARE: ECCO FINALMENTE IL 10° COMANDAMENTO DELL HAPPY DIETOLOGY "IL RIPOSO"
Ciò che abbiamo detto all inizio del nostro contatto personale tramite questo blog e che ogni persona può e deve prendersi veramente il 100 % delle responsabilita del proprio stato attuale senza inutili scuse , quest umiltà servirà appunto alla persona per capire cosa c'è di mezzo fra quella persona che e attualmente e quello che vuole diventare , cioè il proprio obiettivo da raggiungere in un dato tempo . Se hai fatto caso il nostro obiettivo e ben specifico ed apposta e stato espressamente dichiarato ! Sono i famosi 7 giorni che predico dall inizio del progetto.
.................."E il settimo giorno Dio si riposò "
Ebrei 4:4-7 (CEI):
Si dice infatti in qualche luogo a proposito del settimo giorno: E Dio si riposò nel settimo giorno da tutte le opere sue. E ancora in questo passo: Non entreranno nel mio riposo! Poiché dunque risulta che alcuni debbono ancora entrare in quel riposo e quelli che per primi ricevettero la buona novella non entrarono a causa della loro disobbedienza, egli fissa di nuovo un giorno, oggi, dicendo in Davide dopo tanto tempo:Oggi, se udite la sua voce,non indurite i vostri cuori!Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno. È dunque riservato ancora un riposo sabatico per il popolo di Dio. Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa anch'egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie.
Ho voluto riportare questo pezzo tradotto della Bibbia siccome quello che andremo a vedere ora sarà appunto il goduto riposo dopo il lavoro svolto nei primi passi dell "Happy Dietology"
Ti consiglio di dedicare almeno un giorno al tuo riposo siccome dopo quello che hai vissuto in questi momenti ti avrà perlomeno segnato nella persona in maniera perenne . Pensa che potrai fare ciò che più ti piace sempre nella maniera più positiva possibile , la cosa migliore che potrai fare sarà svolgere qualche attività rilassante come la lettura oppure uscire con amici . Fa quello che a te personalmente darà maggiore rilassamento e ti ricaricherà soprattutto dopo risultati acquisiti per far si che il tutto si CONDIZIONI PER SEMPRE
Ed ecco l ultima formula da segnare !
RILASSAMENTO + GRATIFICAZIONE + CONSAPEVOLEZZA RISULTATI = RIPOSO
Ti prego di lasciare commenti solo dal form qui sotto , essi serviranno a tutti lettori di definizionemuscolareautomatica.it per trovare spunti pratici per crescere
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giovedì 8 luglio 2010
DEFINIZIONE MUSCOLARE: 9° COMANDAMENTO "CONTROLLO DEL TEMPO"
Perciò sarà bene iniziare da subito con l acquisto di un cronometro da tenere al polso sempre con te , potrai cosi testare quanto tempo sprechi della tua vita per fare cose che non ti portano a nulla ! una volta scoperto potrai correggere il tutto sostituendolo con azioni dettate da obiettivi tuoi personali anche nell arco di 5 - 10 - 15 anni , pianificando si ottiene l impossibile !Una volta che incomincerai a ottenere dei risultati ricorda che l ultima parte del metodo è "l analisi" perciò ricordati di analizzare tuoi rendimenti perché proprio perché sono testabili sono migliorabili . Spero che sia tutto Più chiaro per te come lo e stato per me. Ti ricordo di lasciare un tuo commento al post qua sotto su quello che pensi in merito
Ecco la solita formula :
STRUMENTI + AZIONE + ANALISI = CONTROLLO DEL TEMPO
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mercoledì 23 giugno 2010
DEFINIZIONE MUSCOLARE : L 8°COMANDAMENTO DELL HAPPY DIETOLOGY, LA DIETOLOGIA DEL SORRISO , "LA CALAMITA "
.........................Un magnete (o calamita) è un corpo che genera un campo magnetico. Il nome deriva dal greco μαγνήτης λίθος (magnétes líthos), cioè "pietra di Magnesia", dal nome di una località dell' Asia Minore, nota sin dall'antichità per gli ingenti depositi di magnetite.
Con questo si può capire che e qualcosa che attrae verso di se qualcosa altro , io ti ho messo qua sotto cio che un tuo obiettivo deve avere per essere considerato da te come una calamita , qualcosa che appunto ti attrae verso in maniera incontrastabile , senza possibilità di rifiutarsi.
1 deve avere un alta carica emozionale ( motivazione , il perché )
2 deve darti una spinta per superare gli impedimenti del tragitto , per certo ne avrai ma li affronterai consapevole , e saprai che superarli sarà un opportunità di crescere
3deve essere coerente con quello che vuoi ottenere
4deve darti sicurezza di raggiungimento tramite un piano preciso quotidiano
Ricorda che perdere peso e un gioco divertente , felice, in più la definizione muscolare sarà automatica, creati una convinzione su questo concetto
come di consueto la formula :
COSTANZA + DETERMINAZIONE + COERENZA = EFFETTO CALAMITA !
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domenica 20 giugno 2010
PERDERE PESO: ECCO IL 7° COMANDAMENTO "IL RAPPORTO"
Ok, dopo questa intro passiamo ad analizzare il 7° comandamento , "La magia del rapporto". Da molte persone sento dire che le cose fatte in in gruppo poi producono dei maggiori risultati , danno maggiorie motivazione , energia , perdere peso.Cio è completamente vero, "l unione fa la forza " e un detto molto comune , siccome a noi non basta questa bella frase andiamo ad analizzare il tutto.
"L'insicurezza di un ragazzo gli impedisce di avere rapporti sociali e questo lo fa chiudere a guscio sepre di più. Ed il forte senso di solitudine ed inferiorità si ripercuote negativamente in tutti gli aspetti della sua vita"
Da qui si può capire quanto stare da soli sia negativo , non produttivo, bisogna mettersi in testa che per ottenere grossi risultati nel ramo dell alimentazione e dell attività fisica bisogna organizzare una "squadra d assalto " un gruppo di persone con obiettivi comuni , se non sono ancora comuni rendili partecipi di quello che potrà essere ottenere quel risultato e vedrai che ti seguiranno.
I rapporti importanti della nostra vita sono per noi fonte di gioia e dolore. Costituiscono fonte di gioia e risorse insostituibili in quanto ci permettono di esprimere le nostre emozioni, di avere e fornire sostegno e comprensione, di provare il piacere della collaborazione, dello scambio di idee, di crescere. Ma spesso questi stessi rapporti (siano essi di amicizia, di parentela, di lavoro) diventano per noi fonte di tormento e sofferenza continua: ci sentiamo incompresi, feriti, finiamo per provare rabbia e risentimento nei confronti di persone per cui in passato abbiamo provato sentimenti positivi. Cosa possiamo fare per evitare che ciò accada o per migliorare le cose?Dobbiamo, innanzitutto, imparare ad accedere ad una forma di ragionamento di ordine superiore. E’ quella che usiamo quando ci accorgiamo di aver commesso un errore e lo correggiamo. Può accadere che il nostro pensiero sia offuscato da significati simbolici distorti, da ragionamenti illogici e interpretazioni sbagliate; in questo caso è fondamentale riuscire a “pensare sui nostri pensieri”, per ritrovare chiarezza e comportarci nel modo migliore per noi stessi e per gli altri. Di solito, però, succede che proprio nelle relazioni importanti per noi, quelle in cui ci sentiamo coinvolti emotivamente, abbiamo difficoltà ad avvertire con chiarezza i nostri pensieri, commettiamo continuamente errori sia nel giudicare che nel comunicare, non riusciamo ad accorgerci di tali errori e, di conseguenza, non riusciamo a porvi rimedio. A lungo andare, le interpretazioni sbagliate, l’incomunicabilità, la rabbia e il risentimento che ne derivano, trasformano l’altro in un avversario da combattere, anziché il compagno, collaboratore, amico, che avevamo conosciuto. Ciò si verifica perché la nostra mente in risposta ad una delusione, per una sorta di meccanismo di auto-protezione, tende ad interpretare erroneamente il comportamento di chi ci ha deluso o ad esagerare il suo significato, a spiegarlo in senso malevolo e a proiettare su di lui immagini negative. Agiamo allora proprio in base a questi errori di interpretazione e muoviamo all’attacco proprio dell’immagine negativa che noi stessi abbiamo costruito. Ovviamente, mentre ciò accade, difficilmente riusciamo a renderci conto che il nostro giudizio negativo potrebbe essere sbagliato e che potremmo stare attaccando un’immagine distorta. Divenire consapevoli di alcuni principi cognitivi può aiutarci a riflettere sulla “giustificatezza” dei nostri giudizi e dei nostri comportamenti, e quindi migliorare i nostri rapporti con gli altri. Ecco quali sono i principi cognitivi da tenere a mente:
Anche se a volte ci sembrano ‘così evidenti’, in realtà non possiamo mai conoscere lo stato d’animo, i pensieri, i sentimenti degli altri. In altre parole, nessuno di noi è in grado di leggere nel pensiero.
I segnali su cui ci basiamo per farci un’idea dei desideri e sentimenti degli altri (parole, tono di voce, espressioni del volto, azioni) sono spesso ambigui. Posti di fronte al medesimo comportamento, due diversi osservatori potrebbero dare un significato addirittura opposto.
Questi segnali vengono decifrati da un nostro sistema di decodifica, il quale non è infallibile. Esso si basa su un insieme di credenze, ipotesi, preconcetti e formule (del tipo se… allora vuol dire che…), legati alla nostra esperienza quotidiana e alla nostra storia personale. Possiamo operare delle “distorsioni cognitive”. Le più comuni di tali distorsioni sono:
1. Visione tunnel e astrazione selettiva. Ci può capitare di vedere solo ciò che collima con il nostro atteggiamento o stato mentale. Ad esempio possiamo basare la nostra interpretazione di un comportamento su un unico elemento che ci ha colpito, astrarlo selettivamente dal contesto, e trascurare o ignorare tutti gli altri dati che non confermerebbero la nostra interpretazione.
2. Inferenza arbitraria. Possiamo essere talmente prevenuti nei confronti di un’altra persona da attribuirle intenzioni malevole senza che ce ne sia motivo. Ad es. possiamo pensare che se un collega un giorno arriva in ritardo è perché vuole che svolgiamo anche la sua parte di lavoro; il collega invece ha forato e ha perso del tempo per questo incidente non previsto.
3. Ipergeneralizzazione. Da un comportamento singolo, o da pochi episodi, possiamo trarre delle conclusioni rispetto al comportamento tipico della persona che ci è di fronte. I termini che usiamo di solito quando operiamo delle ipergeneralizzazioni sono: “mai, sempre, tutto, ogni, nessuno”
4. Pensiero polarizzato. Possiamo percepire solo due alternative estreme: se una persona non è buona deve essere per forza cattiva; se non mi ama allora mi odia; o mi sottometto completamente al mio capo o dovrò lasciare il lavoro; se dico di sì non potrò più dire di no, etc.
5. Esagerazione. Possiamo attribuire un’importanza esagerata alle caratteristiche dell’altra persona, buone o cattive che siano.
6. Catastrofizzazione. Possiamo prevedere conseguenze catastrofiche per determinati eventi (ad es. se il mio capo non troverà buono questo lavoro, mi licenzierà).
7. Etichette negative. In seguito alle inferenze arbitrarie, possiamo attribuire all’altro un ‘etichetta’ critica (è un bullo, è cattivo, è egocentrico) e reagire a queste etichette come se fossero qualcosa di reale, giustificando in questo modo la stessa etichettatura.
8. Personalizzazione. Possiamo pensare che le azioni degli altri siano, in genere, dirette contro di noi (es., se mio marito ritarda, è per farmi un dispetto).
9. Lettura del pensiero e chiaroveggenza. Riteniamo di poter comprendere quali siano i pensieri e le motivazioni latenti ai comportamenti degli altri e nello stesso tempo crediamo che gli altri debbano essere in grado di ‘leggere’ le motivazioni nascoste dietro i nostri gesti e le nostre parole
Il nostro stato d’animo del momento influisce sul nostro sistema di decodifica.
Il grado di certezza che sperimentiamo rispetto alle motivazioni e atteggiamenti altrui non è affatto in relazione con l’esattezza delle nostre opinioni.
Cosa fare, una volta divenuti consapevoli di questi principi?
Quando siamo delusi, frustrati, arrabbiati, prima di attaccare il nostro partner, amico, collega di lavoro, chiediamoci se l’incomprensione che ci ha portato a questo stato d’animo possa essere dovuta a comunicazioni sbagliate o ad interpretazioni prevenute del comportamento dell’altro. Per limitare al massimo le incomprensioni, siamo diretti. Spesso riteniamo che l’altro debba comprendere (e sia in grado di farlo) ciò che vogliamo comunicare anche se noi ci giriamo intorno e affrontiamo l’argomento che ci sta a cuore in modo vago e indiretto. Ciò potrebbe verificarsi oppure no, anche se ci conosciamo bene. La nostra pretesa di essere compresi comunque può spianare la strada a malintesi e rancori. Se è il nostro interlocutore ad essere indiretto e ci rendiamo conto di non essere capaci di capire il suo messaggio, non esitiamo a fare domande che ci permettano di chiarire il suo pensiero (“mi potresti spiegare….”, “c’è qualche difficoltà che….”)Ricordiamoci che l’incomprensione è un processo attivo: se io ho un’immagine distorta dell’altra persona, interpreto quanto essa fa o dice in maniera errata, attribuendogli cattive intenzioni. Ovviamente non tutte le persone con cui veniamo a contatto sono benintenzionate nei nostri confronti. Ma se si tratta di persone a cui teniamo (il coniuge, un collega di lavoro con cui ci siamo sempre trovati bene, un amico), vale la pena di “controllare” le nostre interpretazioni e preoccuparci della chiarezza delle nostre comunicazioni, prima di agire di conseguenza e innescare pericolosi circoli viziosi. Se riusciamo a sintonizzarci sulle riflessioni che facciamo automaticamente (sul nostro monologo interiore), possiamo capire in che modo interpretiamo le azioni di chi ci è vicino e reagiamo ad esse. Una volta resici conto di ciò possiamo correggere le interpretazioni che scopriamo erronee. I pensieri automatici possono assumere la forma di parole o immagini o entrambi. Di solito si può individuare un pensiero automatico con la tecnica dello ‘spazio vuoto’: si prende nota della nostra reazione ad una frase o comportamento dell’altro e si riflette a posteriori su quanto ci è passato per la mente nell’intervallo compreso fra l’evento innescante e la nostra reazione. All’inizio non sarà semplice ricostruire quanto è accaduto, ma con il dovuto allenamento diventeremo sempre più bravi e veloci nell’individuare i nostri pensieri nascosti. Una volta individuati i pensieri automatici proviamo a stabilirne la validità. Per fare ciò possiamo porci una serie di domande e trovare per ognuna di esse delle risposte razionali, cioè delle possibili alternative ai pensieri automatici (Beck, 1990):
Che prove ci sono a favore della mia interpretazione?
Che prove ci sono contro la mia interpretazione?
Dalle azioni del mio partner (amico, collega) consegue logicamente che i motivi che attribuisco al suo modo di comportarsi sono fondati?
C’è una spiegazione alternativa per il suo modo di agire?
Concentriamoci sui problemi reali. Spesso mettiamo al primo posto la colpa e il biasimo. Ciò non fa altro che aumentare il rancore e la rabbia, distogliendoci da quello che è l’obiettivo principale: risolvere il problema, l’incomprensione che ci fa soffrire e non ci permette di ottenere dall’altro ciò che desideriamo.Spesso le azioni della persona cara che attribuiamo a qualche tratto malevolo (egoismo, odio, bisogno di tenerci sotto controllo) possono essere spiegate più correttamente se consideriamo le sue motivazioni benevole (benché mal dirette), quali l’autoprotezione o tentativi di non essere abbandonato. Le relazioni soddisfacenti non nascono dal nulla, occorre impegnarsi, essere attenti alle esigenze dell’altro, solleciti, leali, responsabili, anche generosi. Bisogna saper cooperare, scendere a compromessi, avere una certa duttilità, una buona disposizione ad accettare e perdonare, a tollerare errori, difetti, bizzarrie. Queste sono virtù che vanno coltivate, con sforzo e consapevolezza. Assumiamoci la piena responsabilità del miglioramento dei nostri rapporti importanti. Spesso i nostri cambiamenti possono cambiare in misura notevole anche le persone che ci sono vicine.
SQUADRA + AZIONE + COSTANZA = MOTIVAZIONE PERENNE
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